domenica 24 gennaio 2010

nuovo corso base e principianti di salsa cubana

Nuovo corso di balli caraibici a livello base e principianti, dedicato a chi non ha mai ballato ed a chi balla da pochi mesi.
Il corso sarà tenuto da Daniele Cama: Maestro diplomato F.I.T.D. ed A.N.M.B. [Magia Latina - Salsa Cubana] e da Giusy Grillo: Istruttore diplomata C.S.E.N.
Si terranno il mercoledì presso la sede ...della Scuola di ballo FREE TIME - D.L.F. - Sala polivalente DLF - via Ivanoe Bonomi, 29 - 00139 Roma (traversa di Via di Valle Melaina - di fronte alla fermata dell'autobus 38 - 339 - 349 e vicino a quella dell' 80 expr e 90 expr).
Durante il corso saranno date le basi dei balli caraibici, in particolar modo della salsa cubana, della bachata, del merengue, verranno inoltre insegnati i fondamenti della postura e della gestualità maschile e femminile e della rueda.
Luogo:via Ivanoe Bonomi 29 - 00139 Roma


Ora:mercoledì 3 febbraio 2010 - 21.00 - 22.30

Caraibi attraverso Google Earth

Non solo foto, non solo geografia, ma anche storia, strumenti, santeria, storia dei balli caraibici, e di tutto quanto ci possa incuriosire.
Troverete questo ed altro leggendo nelle didascalie.
Commenti e contributi sono bene accetti

Immagini estraplate da Google Earth e raffiguranti i Caraibi.
Non solo Cuba, quindi, ma anche i dintorni per poter avere un'idea migliore della posizione geografica di quei luoghi

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Santiago de Cuba, posta a Sud dell'Isola di Cuba, in posizione molto distante da La Habana, non subì la grande influenza delle popolazioni europee che a Nord dell'isola diedero un'impronta diversa alla popolazione limitrofa che si riflette tutt'oggi anche nel diverso modo di ballare la salsa.
Non dimentichiamo che Santiago de Cuba subì l'influenza deicoloni francesi fuggiti da Haiti e Santo Domingo (che erano sotto la dominazione francese), ai tempi della rivoluzione haitiana.
A quei tempi in Europa era molto diffusa la contradanza, nata in Inghilterra nel XVII secolo dalla Country dance modificatasi una volta giunta negli ambienti borghesi.
A Santo Domingo arrivò la versione francese che risenì del minuetto e venne chiamata contradanza francese.
L'aggiunta di strumenti tipicamente cubani (guiro e timbales) a quelli utilizzati fino a quel momento (tromba, clarinetto, 3 violini e contrabbasso) fece nascere la contraddanza creola o cubana che divenne nota col nome di contraddanza habanera e che ebbe due correnti diverse, quella di Santiago de cuba e quella di Habana, per le differenti modalità di esecuzione dovuta dal fato che ad Habana la contraddanza fu importata prima dagli spagnoli e poi dagli inglesi, nel periodo in cui presero posto dagli spagnoli nella colonizzazione dell'isola.
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Cuba - La Habana.
La presenza del porto ad Avana ha avuto un peso enorme nella storia di questa città e ne ha determinato un'importanza eccezionalmente grande in tutti i Caraibi.
Il porto, utilizzato fortemente per il commercio, divenne una base militare di importanza strategica nella lotta contro i pirati.
Sorsero fortificazioni militari, cantieri navali, scali per le merci e traffico di schiavi.
Ingrandendo la foto, tra le altre cose, potete notare il Malecòn (la strada lungomare importantissima) ed il Calle 23.
Gli sciavi che lavoravano nei cantieri erano soliti utilizzare scarti del legname usato per costruire e riparare le navi.
Quel legname era di qualità musicale elevata e gli schiavi solitamente usavano quelli a forma più o meno cilindrica allungata, spesso di dimensioni diverse tra loro e, tenendo accuratamente quello di dimensioni maggiori generalmente con una sorta di scanalatura (femmina) nel palmo della mano sinistra, lo percuotevano ritmicamente con un altro più piccolino o di egual misura tenuto con la destra.
Ecco come è nato lo strumento musicale chiamato "clave" e da cui prende il nome il ritmo "clave cubana" e le varianti principali (clave bianca, negra, di rumba)
Dalle cassete per il pesce, svuotate e rovesciate, derivarono gli antenati dei tamburi

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giovedì 14 gennaio 2010

Donne, gustatevi il ballo!

Mi avvicino ad una donna e la invito a ballare, lei tutta preoccupata mi risponde che va a scuola “solo” da 3 mesi …

Ballo con una ragazza e lei fa un numero infinito di passi invece de classici 3 più la pausa, solo perché non sa tenere il tempo ma vuol far vedere che sa ballare e si sa muovere velocemente …

Con un’altra ogni volta che cerco di guidarla in un movimento, lei pensa di aver capito la mia guida e si precipita, anche anticipando i tempi dei passi, a fare di testa propria in tutt’altra direzione o movimento a cui la stavo portando io …

Finalmente ballo in modo decente con un’altra partner, si certo, non sarà bravissima, ma riesce a seguirmi, ad un certo punto c’è un’incomprensione e lei che fa?

Si ferma con lo sguardo triste e mi chiede scusa perché ha sbagliato …

Ecco, questa immaginaria sequenza di balli lascia un poco di amaro in bocca ad entrambi perché probabilmente l’approccio che hanno avuto queste donne al ballo non è stato certamente dei migliori.

Amiche carissime, spesso i vostri insegnanti o i vostri partner vi hanno caricato eccessivamente di responsabilità facendovi perdere il gusto del ballo.

E’ vero che uno dei compiti più difficili da parte dell’uomo è la guida, e che la donna deve acquisire la sensibilità che le permette di comprendere tale guida e la capacità tecnica che le consente di eseguire al meglio quanto le sta indicando l’uomo, ma durante il ballo la cosa più importante (a parte del muoversi a tempo, ed in questo mi ripeterò continuamente) è proprio il divertirsi entrambi.

Ma allora, quando andiamo a ballare, ci sappiamo divertire?

Sappiamo abbandonarci l’uno tra le braccia dell’altro?

Sembrerebbe di no, almeno considerando tanti situazioni analoghe.

Amiche, resettiamo un attimo quanto ci hanno fatto credere fino ad ora e vediamo di ritrovare quell’armonia e quel piacere che ci aspetteremmo di trovare ballando.

Quando balliamo, liberiamoci almeno momentaneamente dei nostri problemi quotidiani, non creiamocene altri inutili.

Tutte le donne che si ritrovano negli esempi che ho fatto sopra, dovrebbero lasciarsi andare un poco di più in quel momento.

Anni fa una ragazza brasiliana con cui stavo ballando ha detto una fase semplice ma che esprime gran parte del ballo di coppia in sala: “stiamo ballando per noi stessi, non per gli altri”.

Con quella semplice frase intendeva dire che l’importante, nel ballo, era ritrovare il feeling di coppia, cercare quella complicità quell’affiatamento, anche momentaneo, tra i partner, senza importarsi del fatto che li stiano guardando o no, perché lei, la donna, se balla per e con il suo uomo il resto non conta, e lo stesso per l’uomo se balla con e per la sua partner guidandola al tempo della musica portandola leggera come su di una nuvola bianca e soffice.

Sono le vibrazioni della musica che entrano in sintonia con il nostro corpo, che lo fanno vibrare a tempo di musica, ma sono le vibrazioni dei due partner in sintonia tra loro che ci emozionano.

Il tempo è tutto nel ballo, o almeno una gran parte, ma riconoscere il tempo giusto all’inizio non è facile.

A differenza dei nostri cugini sudamericani, non siamo nati sentendo quei ritmi fin da quando eravamo nella pancia della mamma, e quanti strumenti a noi sconosciuti ritroviamo in quelle musiche!

La donna che ancora ha difficoltà a riconoscere i tempi su cui ballare, ha la possibilità di appoggiarsi fisicamente al suo ballerino, lasciandosi andare, sentendo la sua guida che la porterà a muovere il corpo al momento giusto e nella direzione opportuna.

Col tempo imparerà, ballando, a riconoscere lei stesa il tempi in cui muoversi.

Spesso ballando con donne, anche brave, con cui non avevo ballato prima, o guidandole in una figura che non hanno mai fatto prima, mi sento dire: “questa figura non la conosco”, oppure: “ho fatto tutto, mi hai fatto fare tanti giri ed intrecci ma non ho capito cosa mi hai fatto fare”.

Le figure nei balli caraibici servono più che altro all’inizio, per agevolare i maschietti nel loro compito di costruire una sorta di coreografia proprio mentre la si sta ballando, ed alle loro partner con poca esperienza ed una sensibilità ancora da perfezionare, di comprendere quanto il proprio ballerino sta cercando di comunicare solo con lo sfiorare delle mani, ma quando si progredisce si tende a svincolarsi dall’esecuzione sterile delle figure apprese durante i corsi di ballo e ci si lancia in situazioni nuove, meno monotone, più attinenti alla musica del momento ed al feeling creato nella coppia, allo stato d’animo dei ballerini ed ai loro gusti personali.

Capita spesso di iniziare una figura, farne una parte soltanto, e passare ad un’altra senza aver terminato la precedente, così come alla donna capita spesso di ballare con un ballerino che segue o ha seguito un corso in un’altra scuola ed ha imparato figure diverse da quelle che ha imparato, ed allora che dovrebbe fare?

Si ferma e si scusa perché dal suo insegnante non ha appreso quella figura, o lascia che l’uomo la guidi in qualche cosa di nuovo, magari più coinvolgente, magari un qualche movimento o passo particolare che lui ha “inventato” sul momento proprio per lei, perché in quel momento l’insieme della musica, dello stato d’animo, del feeling raggiunto lo porta a guidarla in quel modo?

Amiche, non anticipate i movimenti di lui pensando di aver capito quello che dovrete fare, al contrario, svuotate la vostra mente per qualche minuto.

Una botte piena di vino scadente non può contenere nulla di più, svuotiamo quella botte per poterla riempire di prezioso nuovo nettare e lasciamo che fermenti fino a diventare un vino pregiato.

Così per entrambi i partner, svuotiamo le nostre teste dai problemi quotidiani e non ci preoccupiamo se chi ci guarda ci sta apprezzando o no, viviamo quei momenti di ballo lasciando che ai pensieri si sostituiscano quelle sensazioni gioiose che nel tempo libereranno così tante endorfine da lasciarci un ricordo indelebile e meraviglioso di quei pochi minuti.

Impariamo insieme a gustarci ogni istante del ballo, in coppia, nella magia di quei momenti, perché il ballo è questo, non esibizionismo, ma magia, dolcezza e coinvolgimento profondo di entrambi.

venerdì 8 gennaio 2010


Spesso nei corsi di salsa si imparano gesti senza conoscerne il significato e l'origine, quasi nessun insegnante spiega come ci si debba ... comportare in sala da ballo, quando non si sta ballando, e durante il ballo stesso, credo che siano cose importanti.

Molti insegnanti insegnano nei loro corsi una miriade di figure, anche complesse, spesso senza neppure curarsi del fatto che gli allievi sappiano ballare a tempo ed in modo coerente con lo stile che hanno scelto, mi sembra una carenza incolmabile.

Spesso gli allievi nel ballo si preoccupano più ad esibirsi di fronte a chi non balla, a fare acrobazie per farsi vedere quanto sono bravi o a guardarsi attorno, durante il ballo, per cercare il/la partner del ballo successivo, invece che cercare il feeling e vivere quel momento magico con la dama o il cavaliere con cui stanno ballando.

Credo che questo sconvolga il significato stesso del ballo di coppia, soprattutto nei balli caraibici, per loro natura altamente sensuali.Ecco, questo sopra è un frammento di una discussione su Facebook, e da questo prendo spunto per intavolare una discussione in merito.

Certo, il discorso non si limita a questo e non si esaurisce qui, ma potrebbe essere interessante il contributo di allievi ed insegnanti, a qualsiasi livello, di chi si avvicina ora a questi balli e di chi li pratica per agonismo, magari anche di chi ha modo di contribuire in modo professionale in quanto i rpopri studi nell'ambito della psicologia, dell'antropologia, sociologia, ecc, o nell'ambito della storia e religione, soprattutto caraibica, o addirittura dell'ecologia ed etologia umana ed animale, o qualsiasi altra professionalità attinente.

Col contributo di tutti possiamo crescere insieme e migliorare la nostra cultura nel mondo del ballo e dei rapporti interpersonali.